Chi vuol muovere il mondo, prima muova se stesso.
(Socrate)
Teorema del traslocatore felice (con speciale applicazione algebrica per chi cambia paese).
Premesso che:
1- la quantità di cose inutili accumulate è sempre superiore al numero di cose utili smarrite chissà dove.
2- la quantità di vestiti che non mettete più, non avete mai messo o, tristemente, non vi entrano più è sempre superiore alle pochissime cose che vi stanno davvero bene. Queste ultime sono in gran parte perse e/o danneggiate e/o irrimediabilmente fuori moda.
3- la quantità di libri che volete conservare per il giorno in cui avrete una casa tutta vostra con un'enorme libreria è inversamente proporzionale alla somma degli stipendi degli ultimi 10 anni. Minore, cioè, è la ricchezza accumulata, maggiore sarà la quantità di libri che non saprete mai dove mettere perché per acquistare la succitata casa tutta vostra con annessa enorme libreria ci vorrà una somma uguale o maggiore a 48,5 anni di stipendi, al quadrato.
4- la quantità di lettere d'amore, foto romantiche, bigliettini carichi di tenere promesse è sempre superiore al numero di persone che hanno mantenuto suddette promesse e/o al numero di persone le cui promesse vi interessa ricordare.
5- la quantità di cose importanti che andranno smarrite durante il trasloco è sempre superiore a quelle che riuscirete a mettere in salvo, e che poi comunque dimenticherete da qualche parte.
Premesso che:
1- la quantità di cose inutili accumulate è sempre superiore al numero di cose utili smarrite chissà dove.
2- la quantità di vestiti che non mettete più, non avete mai messo o, tristemente, non vi entrano più è sempre superiore alle pochissime cose che vi stanno davvero bene. Queste ultime sono in gran parte perse e/o danneggiate e/o irrimediabilmente fuori moda.
3- la quantità di libri che volete conservare per il giorno in cui avrete una casa tutta vostra con un'enorme libreria è inversamente proporzionale alla somma degli stipendi degli ultimi 10 anni. Minore, cioè, è la ricchezza accumulata, maggiore sarà la quantità di libri che non saprete mai dove mettere perché per acquistare la succitata casa tutta vostra con annessa enorme libreria ci vorrà una somma uguale o maggiore a 48,5 anni di stipendi, al quadrato.
4- la quantità di lettere d'amore, foto romantiche, bigliettini carichi di tenere promesse è sempre superiore al numero di persone che hanno mantenuto suddette promesse e/o al numero di persone le cui promesse vi interessa ricordare.
5- la quantità di cose importanti che andranno smarrite durante il trasloco è sempre superiore a quelle che riuscirete a mettere in salvo, e che poi comunque dimenticherete da qualche parte.
Date le premesse, si evince che la variabile trasloco T è la risultante di:
T = (q + c) - (s * m)
T è quindi uguale alla somma di quantità più caos meno lo spazio moltiplicato per la massa di oggetti.
Il teorema è perciò la dimostrazione empirica dell'assioma di Scatulus (matematico napoletano del 125 a.C.): "Nel dubbio, butta tutto".
Le cose davvero importanti non entrano in una scatola. Sono altrove, sono sempre con te. (Scatulus sarebbe stato d'accordo)
DOVE É FINITO QUEL COSO?
Pasta
Tutto il resto
Il traslocatore o, come nel mio caso, l'abbandonatore di suolo patrio munito solo di uno zainetto, è solito trascorrere in solitudine le ultime giornate nella casa che sta per abbandonare per sempre. Gli amici fanno sporadiche comparizioni, ti aiutano a spostare un ferma carte (che perderanno un minuto dopo) e poi spariscono al grido di "e che vuoi che sia, in fondo hai poca roba". Trascurato e confuso, il traslocatore solitario cessa di fare la spesa almeno 5 giorni prima dell'abbandono del tetto, giorni in cui si dedica a svuotare la dispensa con furia, producendosi in improvvisazioni culinarie da brivido (de paura). Il traslocatore impara presto che la pasta rimasta è abbinabile praticamente a qualunque cosa, se non ti formalizzi troppo. A quel punto il traslocatore in genere deperisce, si deprime e, nel dubbio, butta tutto (anche la pasta).
Vi penso con amore. (chi mi allunga un tramezzino?)
P.S. per la rubrica "forse non tutti sanno che ma non gliene frega neanche niente", in inglese traslocare si dice "to move", che è ovviamente lo stesso verbo che si usa per dire muovere. 'Sti cavoli direte voi, e in effetti non è un granchè come scoperta. Però aggiungo che "to move on" vuol dire andare avanti, anche in senso figurato, voltare pagina. La parola inglese per trasloco richiama quindi il concetto di movimento, una processione in avanti. Sarà stupido, ma a me sembra bello.
Ora scusate devo andare, I'm moving.
Playlist in movimento
The Rolling Stones - I'm moving on
Jet - Move on
T = (q + c) - (s * m)
T è quindi uguale alla somma di quantità più caos meno lo spazio moltiplicato per la massa di oggetti.
Il teorema è perciò la dimostrazione empirica dell'assioma di Scatulus (matematico napoletano del 125 a.C.): "Nel dubbio, butta tutto".
Le cose davvero importanti non entrano in una scatola. Sono altrove, sono sempre con te. (Scatulus sarebbe stato d'accordo)
DOVE É FINITO QUEL COSO?
Pasta
Tutto il resto
Il traslocatore o, come nel mio caso, l'abbandonatore di suolo patrio munito solo di uno zainetto, è solito trascorrere in solitudine le ultime giornate nella casa che sta per abbandonare per sempre. Gli amici fanno sporadiche comparizioni, ti aiutano a spostare un ferma carte (che perderanno un minuto dopo) e poi spariscono al grido di "e che vuoi che sia, in fondo hai poca roba". Trascurato e confuso, il traslocatore solitario cessa di fare la spesa almeno 5 giorni prima dell'abbandono del tetto, giorni in cui si dedica a svuotare la dispensa con furia, producendosi in improvvisazioni culinarie da brivido (de paura). Il traslocatore impara presto che la pasta rimasta è abbinabile praticamente a qualunque cosa, se non ti formalizzi troppo. A quel punto il traslocatore in genere deperisce, si deprime e, nel dubbio, butta tutto (anche la pasta).
Vi penso con amore. (chi mi allunga un tramezzino?)
P.S. per la rubrica "forse non tutti sanno che ma non gliene frega neanche niente", in inglese traslocare si dice "to move", che è ovviamente lo stesso verbo che si usa per dire muovere. 'Sti cavoli direte voi, e in effetti non è un granchè come scoperta. Però aggiungo che "to move on" vuol dire andare avanti, anche in senso figurato, voltare pagina. La parola inglese per trasloco richiama quindi il concetto di movimento, una processione in avanti. Sarà stupido, ma a me sembra bello.
Ora scusate devo andare, I'm moving.
Playlist in movimento
The Rolling Stones - I'm moving on
Jet - Move on